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Un Tirocinio ineditotorna su
Con una sessione di verifica, si sono concluse il 18 luglio scorso le tre settimane di tirocinio per gli studenti del II anno dei Corsi di Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione (indirizzi educatore per l’infanzia e socio-educativo) e in Scienze Psicologiche dello Sviluppo e dell’Educazione. Con il coordinamento delle Prof.sse Marie-Judith Jean-Baptiste e Enrica Ottone, i partecipanti hanno costruito un progetto educativo per il Campo Animatori, un’esperienza con un gruppo di trenta adolescenti tra i 14 e i 17 anni interessati all’animazione educativa con i bambini e i ragazzi.
Ne parliamo con Francesca Fratarcangeli e Chiara Cicia, studentesse del II anno del Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione, indirizzo Educatore nei servizi socio-educativi.
«Il 30 giugno quando abbiamo percorso via Cremolino per raggiungere dopo quattro mesi di “astinenza” la nostra amata Facoltà, pensavamo a come sarebbe stata questa esperienza se non ci fosse stata l’emergenza sanitaria. Dovevamo mettere a frutto la nostra preparazione, testare le attività formative e i giochi che avevamo inventato nel Laboratorio di Animazione educativa».
E, invece, il silenzio degli ambienti, le mascherine che coprono i sorrisi, il parcheggio vuoto, il triage della reception le riporta alla realtà. Niente abbracci, niente contatti ravvicinati, niente strette di mano, ma la gioia di rivedere i compagni di Corso è davvero grande.
Le Coordinatrici del Tirocinio avevano delineato a grandi linee il progetto, programmato le attività di formazione e preparato i materiali, ma la costruzione del progetto educativo dipendeva dai Tirocinanti: «È stato come trovarsi di fronte a uno spartito vuoto - commentano Francesca e Chiara - : toccava a noi riempirlo di accordi nuovi per creare una sinfonia inedita, capace di dar voce alle risorse e alle capacità di tutti, coordinatori, educatori e psicologi, perché sulle sue note potessero gioire e crescere gli adolescenti. Seduti uno accanto all’altro in un grande cerchio, futuri psicologi ed educatori con poche certezze su cosa sarebbe accaduto nelle prossime settimane, ci rendevamo conto che i nostri piani per il tirocinio erano stati stravolti e ci preparavamo a vivere un’avventura completamente nuova ed inedita».
Nelle sessioni intensive di formazione della prima settimana, con un approccio teorico-pratico, si approfondiscono alcune dinamiche di gruppo, il ciclo di progettazione, le soft skill, il saper riconoscere e gestire le emozioni vissute in tempo di lockdown, la sicurezza in termini di salute e le procedure igienico sanitarie da mettere in atto. In questo caso, è stato fondamentale il contributo del Prof. Riccardo Bosi, Docente di Igiene e Pediatria, che ha aiutato a cogliere elementi critici e punti di forza sui quali lavorare per rispettare, e educare a rispettare, le norme anticovid-19.
«La programmazione delle attività è stata una costante di questa esperienza - precisano ancora Francesca e Chiara -. Come gruppo Tirocinanti abbiamo sperimentato giochi di simulazione e dinamiche per imparare a lavorare in squadra, cooperare, gestire gli imprevisti e i conflitti, creare e imparare ad osservare e ad ascoltare in modo attivo. Il progetto si è delineato pian piano, giorno dopo giorno, in un continuo processo di programmazione, individuazione degli obiettivi in termini di risultati di apprendimento, di monitoraggio, di valutazione e di aggiustamento in risposta alle esigenze concrete che il gruppo presenta e che possiamo osservare direttamente».
Il bilancio finale delle tre settimane, in cui l’impegno di tutti ha dato vita a un insieme di attività inedite e originali in cui si sono unite dinamiche formative e ludiche, momenti di gioco libero e attività ben strutturate, è positivo e si è consapevoli di aver imparato molto: «Siamo riusciti a mettere in relazione teoria e pratica, abbiamo compreso l’importanza della progettazione in tutte le sue fasi, abbiamo conosciuto e imparato ad utilizzare strumenti come la mappatura, le griglie di osservazione, le tecniche di animazione e abbiamo imparato a relazionarci con gli adolescenti e tra noi. Inoltre, come studenti e docenti, abbiamo portato un piccolo contributo a quella che oggi è riconosciuta come terza missione delle istituzioni universitarie: abbiamo fornito un’opportunità di socialità, di gioco e di educazione alla cittadinanza attiva e responsabile per adolescenti nella Fase due dell’emergenza Covid-19».