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Saperi scientifici e pedagogici a confrontotorna su

«Le neuroscienze illuminano l’avventura meravigliosa della conoscenza della persona». È quanto emerge dal Seminario di studio che si è realizzato il 9 maggio, 29° Giornata della Facoltà

Il 9 maggio 2016, 29a Giornata della Facoltà «Auxilium», è stato caratterizzato dal Seminario preparatorio al Giubileo delle Università, dei Centri di Ricerca e delle Istituzioni di Alta Formazione, in programma a Roma dal 7 all’11 settembre 2016 sul tema «Conoscenza e Misericordia. La terza missione dell’Università».

Numerosi i presenti. Oltre agli studenti e alle studentesse, alle docenti, anche il Prof. Luca Balugani, Direttore dell’«Istituto Giuseppe Toniolo» di Modena, accompagnato dalla Segretaria, Dott.ssa Lia Poggi, la Vicaria generale dell’Istituto FMA, sr. Chiara Cazzuola, rappresentante di Madre Yvonne Reungoat, Vice Gran Cancelliere della Facoltà, e sr. Piera Cavaglià, Segretaria generale dell’Istituto FMA.

Sono stati gli interventi del Prof. Alberto Carrara, Coordinatore del Gruppo di Neurobioetica, Fellow della Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani e Docente all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma e della Prof.ssa Caterina Cangià, Direttore scientifico del Centro di Potenziamento Educativo e Cognitivo MULTIDEA, ad approfondire particolarmentela relazione tra «Saperi scientifici e saperi pedagogici a confronto: per un bene-essere della persona.

Nell’excursus storico per arrivare a definire neuroetica e neurobioetica, il Prof. Carrara, si è basato sui principali dati scientifici relativi alla ricerca in tale campo di studio per arrivare a ipotizzare una integrazione con i fondamenti filosofici ed antropologici, secondo una visione prettamente personalista. «L’integrazione tra neuroscienze e visione antropologica risponde alla domanda: che cosa ci rende veramente umani?».

Per il Prof. Carrara «un approccio integrativo tra ricerca medica e riflessione filosofica e teologica, può essere molto utile per favorire il confronto e un serio dibattito, oltre ad integrare i saperi e le loro applicazioni alla persona umana che si caratterizza sempre, anche quando è fragile, malata o prossima alla morte naturale, quale unità-totalizzante di dimensioni biologiche, psicologiche, sociali e spirituali».

In questa direzione il suo auspicio è giungere a ricerche sempre più interdisciplinari per “rispettare” la complessità e la misteriosità della persona umana e favorirne lo sviluppo integrale.

All’ottica della scienza ha fatto eco la prospettiva pedagogica con l’intervento della Prof. Cangià che ha approfondito la «pedagogia del bene-essere della persona alla luce delle neuroscienze cognitive». La sua riflessione, a partire da una definizione articolata di “ben-essere” visto come armonia ed equilibrio tra le risorse fisiche, psicologiche, sociali e spirituali fino alla contemplazione da una parte e le sfide fisiche, psicologiche e sociali dall’altra, si è snodata sui territori delle neuroscienze cognitive valorizzate dallo studio della dimensione corporea della cognizione per conclude nel tentativo di delineare una pedagogia del bene-essere della persona in formazione. «È una pedagogia del bene-essere - ha sottolineato - che si declina imprescindibilmente sull’asse della relazione; più precisamente, della relazione di “ogni” persona con se stessa, con gli altri e con l’Altro-trascendente; della relazione di “ogni” persona con l’Ambiente-Natura, con l’Ambiente-Cultura e con l’Ambiente-Media. Una pedagogia del bene-essere che educa alla realizzazione di sé come da progetto di Dio attraverso l’espressione creativa».

Nel dibattito con il pubblico in sala, si è particolarmente sottolineato come la riflessione delle neuroscienze sia ancora agli inizi e ci riservi enormi scoperte che possono illuminare ulteriormente l’avventura della conoscenza della persona, non per rimanere nelle teorizzazioni astratte, ma per servire la persona e la sua crescita, per aiutarla nelle sue difficoltà, conseguentemente per dare un contributo all’umanità nella prospettiva di un futuro migliore.

Nel concludere il Seminario di studio, la Preside, Prof.ssa Pina Del Core, ha sottolineato che «Il focus del seminario nel tentativo di mettere a confronto saperi scientifici e saperi pedagogici, torna ad essere la questione antropologica. È la persona, infatti, il terreno comune che rende possibile il dialogo tra le scienze, pur partendo da presupposti scientifici ed epistemologici diversi. È proprio la sinergia tra le neuroscienze e le scienze dell’educazione, nel rispetto delle specifiche identità, che permette di giungere ad una comprensione più profonda del funzionamento della mente umana».

 

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